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John Bohannon, di Science, ha ottenuto le registrazioni dei civili morti in una "guerra combattuta in nome del popolo afgano", come gli dice uno dell'ISAF che sembra crederci. John molto meno, il titolo "La guerra è un laboratorio di ricerca sui traumi" è fatto apposta per turbare.
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Nel giugno scorso, durante due voli sopra il laboratorio Deepwater Horizon nel golfo del Messico, J.A.de Gouw della NOAA et al. hanno seguito il pennacchio di composti organici volatili e semi-volatili, la loro ossidazione e la formazione degli aerosol che aumentavano proporzionalmente alla distanza - controvento. Quelli detti semi-volatili ci mettevano di più a evaporare, come dice il nome, facevano più strada e alla fine generavano più particolato. Non che i volatili siano innocui, contribuiscono alla formazione di ozono. Il paper è gratuito: per il passaggio dalle osservazioni al modello e alle probabilità, mi sembra da distribuire agli studenti di chimica atmosferica, insieme alla presentazione.
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Sul sito NOAA, è presentata la ricerca di Randall Dole et al. sull'ondata di caldo in Russia l'estate scorsa, in pubblicazione sulle Geological Review Letters. Abstract mio: siccome è un evento eccezionale, dalla variabilità di fondo non si distingue alcun contributo del cambiamento climatico. Ammesso che ci sia stato,
nello spiegare l'intensità di quell'ondata ha avuto una parte molto inferiore ai processi meteorologici naturali.
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In questo caso, i dati storici sono molto più scarsi che per le alluvioni del 2000 in Inghilterra e nel Galles, le incertezze sulle attribuzioni sono ancora maggiori che nello studio di Pardeep Pall et al. su Nature. Comunque
quell'evento estremo fornisce uno squarcio sul futuro della regione, mentre i gas serra continuano ad aumentare e nei prossimi decenni il segnale di un clima più caldo, anche a scala regionale, inizierà a emergere più chiaramente dalla variabilità naturale. Per simili ondate in Russia occidentale, i modelli climatici valutati in questa ricerca mostrano un rischio rapidamente crescente da meno dell'1% nel 2010 al 10% o più a fine secolo.
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In arrivo sulla stessa rivista e meno rasserenanti:
- Biastoch et al., Rising Arctic Ocean temperatures cause gas hydrate destabilization and ocean acidification,
- Zhang et al., In situ Observations of High Dissolved Methane Concentrations in Hydrate-Rich Ocean Sediments
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Per di più, come dice Mario Tozzi, abitiamo un pianeta violento.